RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - La lezione non è servita: da Genova a Londra polizie impreparate

Genova, 2 aprile 2009

La lezione non è servita: da Genova a Londra polizie impreparate
Marco Menduni

PER TUTTO il giorno le strade di Londra si sono trasformate nel previsto teatro di violenze, scontri, incidenti. E chi ha potuto osservare le scene dall’alto ha compreso, con la stessa prevedibile facilità, che la lezione delG8 2001 aGenova ancora una volta non è servita.
A tarda sera non è ancora chiaro come sia morto il manifestante trovato senza vita vicino alla banca d’Inghilterra. E, ancora, non è difficile immaginare che questo evento, quale ne sia la causa, diventerà assai difficile da chiarire in un clima in cui differenti versioni continueranno ad accavallarsi nelle prossime ore.
Una certezza c’è: ancora una tragedia scandisce le proteste contro i vertici internazionali. Ancora una volta le forze dell’ordine si fanno trovare impreparate a fronteggiare manifestazioni disordinate e di grandi dimensioni.
Anche questa volta gli allarmi c’erano, era anche stato possibile determinare con sufficiente approssimazione (come non era successo a Genova) quali sarebbero stati gli schieramenti sulle strade. Eppure chi ha osservato le immagini degli scontri più duri ha constatato come l’operato delle forze dell’ordine sia stato insufficiente, nei numeri e nella preparazione. Come le tecniche per far argine non abbiano fatto un passo avanti, affidate come al solito alla forza dei manganelli, mentre i contingenti schierati in campo sono apparsi in più occasioni assolutamente sottostimati.
La tragedia di ieri lascia spazio ora a oscure inquietudini per il futuro prossimo venturo. A luglio l’Italia ospiterà il vertice G8 alla Maddalena. E non c’è alcun dubbio che la tragedia londinese finirà per rinfocolare la determinazione della parte più agguerrita, quella che non accetta alcuna mediazione, del fronte noglobal e delle sue ali più radicali.
Irraggiungibile, lontana nel mare l’isola, sarà la terraferma a ospitare le manifestazioni, le contestazioni, i cortei. E quel che fino a oggi anche l’intelligence non ha detto per non alzare la tensione, cioè che anche Genova rischia, diventa improvvisamente concreto. La forza simbolica della morte di Carlo Giuliani in piazza Alimonda potrebbe ora dar corpo a quegli appelli che, fino a oggi, sono corsi solo su qualche sito della rete. Fare di Genova, ancora una volta, la capitale della contestazione antiglobalizzatrice.
I fatti di Londra non sono solo preoccupanti di per se stessi, ma assumono anche una luce inquietante in vista dei prossimi appuntamenti internazionali e in particolare quello italiano. Ricordiamo il G8 di Genova: il primo giorno, il 19 luglio 2001, ci fu una grande manifestazione con 50mila persone in corteo e non accadde assolutamente nulla.
Solo il giorno successivo la situazione iniziò a surriscaldarsi, dopo le prime azioni dei black bloc già alle dieci del mattino e la risposta assolutamente disorganizzata e fuori misura delle forze dell’ordine schierate sul campo. Ieri, invece, la contrapposizione dura si è scatenata sin dai primi momenti. E i manifestanti hanno valicato anche quella sorta di zona rossa che a Genova, pur dopo ore e ore di scontri, aveva retto. La tensione a Londra si è alzata immediatamente: segno che le previsioni lanciate dagli 007 avevano, stavolta, colto nel segno. E che la protesta, che pur sembrava aver languito nel corso degli ultimi anni, sarebbe riesplosa ancor più dura di prima, facendo leva anche su un diffuso senso di irrequietezza alimentato dalla crisi internazionale e dai rovesci finanziari.
Sembrano di nuovo intenzionati a lanciare il guantodi sfida, gli estremisti del movimento. Contando se possibile, come in tutti i momenti di grave criticità sociale, anche in qualche forma di solidarietà della parte più debole e disagiata della popolazione. Per questo, quali siano state le circostanze della morte del manifestante conta poco. Il grave problema è che di nuovo c’è stato un morto. E ora anche il summit del prossimo luglio diventa, per il governo, materiale esplosivo da trattare con estrema attenzione. Gli errori del passato ci sono stati e le loro conseguenze sono state tragiche. Non sono evidentemente serviti come lezione, considerando le scene che, ieri, le telecamere hanno rimbalzato in tutto ilmondo.
La linea già annunciata dal capo della polizia è quella della massima distensione: dialogo e, addirittura, l’uscita di scena di alcuni equipaggiamenti tradizionali di polizia e carabinieri (i lacrimogeni per primi) che sovente ottengonoi
risultati opposti a quelli voluti. Ma ora tutto diventa più difficile, tutto in salita.